Ogni turista che arriva a Berlino non può mancare la visita del suo simbolo più famoso ovvero la Porta di Brandeburgo, ma non tutti sanno che a pochi passi si trova un luogo davvero particolare e di grande impatto. Si tratta del Memoriale dell’Olocausto o per chiamarlo con il suo nome completo il Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa (in tedesco Denkmal für die ermordeten Juden Europas).
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Veduta dall’alto del Memoriale dell’Olocausto |
Questo sito ha un’area di 19000 mq e comprende 2711 blocchi di calcestruzzo che rappresentano le vittime dell’Olocausto ed è stato inaugurato nel 2005 per il 60°anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale.
Quando arrivai in questo luogo non rimasi particolarmente colpito perchè a prima vista mi sembrò banalmente una griglia uniforme di blocchi di cemento, ma inoltrandomi al loro interno la mia impressione cambiò velocemente. Rimasi smarrito quando senza accorgermene mi ritrovai letteralmente “sprofondato” al loro interno senza più riuscire a vedere l’esterno, in una continua alternanza di buio e luce.
Questo disorientamento è dovuto al fatto che il livello del suolo cambia pendenza senza regolarità man mano che vi inoltrate verso il centro, così come le lastre di cemento variano la loro altezza passando da poche decine di centimetri all’esterno per arrivare fino a 4 metri. Ed è a questo punto che ho provato un senso di inquietudine e smarrimento, dove le stele scure di cemento sembrano chiudersi al di sopra delle nostre teste e il memoriale diventa un triste labirinto. Credo che questo sia esattamente ciò che si proponeva il suo architetto, l’americano Peter Eisenman il quale volle dare l’idea di un ordine apparente e razionale ma nel quale è facile disorientarsi perdendo così il contatto con la ragione. Sì, credo proprio che sia riuscito nel suo intento e non rimane altro che fermarsi qualche minuto a riflettere sulle proprie emozioni.
A lato di questo campo solenne si trova il Centro di Documentazione dedicato agli ebrei morti nella Shoah e quì è possibile addentrarsi in un percorso fatto di varie testimonianze, fotografie, citazioni, voci, e ripercorrere idealmente la vita e il destino di uomini e donne ebrei.
Un’esperienza molto toccante e che mi ha turbato è la Sala dei Nomi nella quale vengono nominati uno ad uno i nomi di tutte le vittime ebree dello sterminio nazista e la cosa impressionante è che per leggere tutti i nomi occorrerebbero 6 anni 7 mesi e 27 giorni!